Disparità siSTEMiche: le sfide delle donne nella scienza
di Francesca Tosi
Ogni 11 febbraio si celebra la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, istituita dalle Nazioni Unite nel dicembre 2015. Lo scopo principale di questa ricorrenza è sensibilizzare gli stati membri, le organizzazioni dell’ONU, le organizzazioni regionali internazionali, le ONG e la società civile sull’importanza di raggiungere la parità di partecipazione delle donne nel campo scientifico. Questo obiettivo deve essere realizzato, in primo luogo, contrastando la discriminazione di genere ed eliminando le barriere economiche, sociali e culturali che ostacolano il pieno coinvolgimento delle donne nelle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica). In secondo luogo, devono essere promosse delle azioni concrete volte a integrare le donne nel contesto scientifico, sia dal punto di vista occupazionale, che in ambito educativo e formativo. Ma quali sono state le motivazioni alla base di questa necessità di riconoscere il ruolo delle donne nella scienza? E qual è la situazione in termini di disparità di genere in queste discipline?
Senza dubbio è stata significativa l’adozione proprio in quell’anno dell’Agenda 2030, che nel suo obiettivo n°5 mira a “raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, anche nell’area STEM. Infatti le donne nell’ambito scientifico si sono trovate da sempre in una condizione svantaggiata, e ancora oggi rappresentano solamente il 33.3% del* ricercator* mondiali. Numerose ricerche, inoltre, hanno evidenziato che nei settori STEM, le donne tendono a pubblicare meno articoli, ricevono retribuzioni inferiori per le loro ricerche e progrediscono meno nella carriera rispetto agli uomini. Nonostante ciò, esistono pochi dati, sia a livello nazionale che globale, che quantificano con precisione l’entità di queste disparità di genere.
Sfide e stereotipi
Il divario di genere nel settore scientifico affonda le sue radici negli stereotipi e nei pregiudizi legati al ruolo delle donne, profondamente ancorati nella nostra società. Questi preconcetti costituiscono dei veri e propri modelli culturali, che influenzano a loro volta le politiche sociali, economiche e formative, nonché il mercato del lavoro e l’ambiente accademico. Uno stereotipo diffuso è che le donne siano intrinsecamente ed esclusivamente emotive e sensibili, il che le renderebbe inadeguate e inadatte ad intraprendere una carriera scientifica, che presuppone invece di essere razionali e obiettive, qualità spesso considerate “tipiche” degli uomini. Di conseguenza, secondo questa logica, gli uomini dovrebbero intraprendere solamente percorsi professionali scientifici e tecnici, relegando le donne a svolgere lavori di cura, e qualora intraprendessero delle carriere in altri ambiti, sicuramente sarebbero meno brave degli uomini. Inoltre, esse devono far fronte a ulteriori barriere negli stessi lavori che la società impone loro di perseguire: un esempio calzante è la situazione delle infermiere in Italia, che rappresentano il 75.6%, ma che subiscono un divario salariale del 24%.
In questo contesto, si potrebbe pensare che le donne siano confinate in specifici settori professionali e siano pagate di meno in quanto meno preparate rispetto agli uomini: tuttavia, secondo il rapporto del 2023 sul Profilo dei Diplomati di Almalaurea, le ragazze hanno rendimenti nettamente migliori rispetto a quelli dei ragazzi durante la scuola superiore, e all’università costituiscono la maggioranza del* laureat*, ossia il 59.4%, quindi la disparità nasce a partire dai pregiudizi insiti nella nostra società.
Sicuramente incide anche il fatto che le donne spesso sottovalutano le proprie competenze e capacità, influenzando negativamente la loro motivazione a intraprendere percorsi di studio e lavoro nelle discipline STEM. Le radici di questo fenomeno affondano già nell’ambiente scolastico, dove spesso le studentesse mettono in atto quelle che Carol Dweck definisce come “convinzioni entitarie”. Queste convinzioni giustificano eventuali difficoltà e fallimenti attribuendoli a cause naturali e biologiche, portando le ragazze a non impegnarsi pienamente in queste materie. Al contrario, gli uomini tendono ad avere un’eccessiva fiducia nelle proprie abilità, spinti dalla società a ricercare sempre il giusto riconoscimento per il lavoro svolto, oltre che un adeguato sviluppo di carriera. Questa dinamica li porta a evitare settori considerati stereotipicamente femminili, come l'educazione, la salute e il benessere, percepiti come meno prestigiosi e remunerativi.
Si può inoltre affermare che nell’ambito STEM le disuguaglianze di genere tendono ad accentuarsi man mano che si avanza nella carriera accademica: in Italia, ad esempio, le donne rappresentano meno del 20% del totale del* professor* universitar* ordinar* in questi settori, statistica significativa che evidenzia gli ostacoli che esse incontrano nel percorso professionale accademico. Questo dato si colloca in un contesto globale dove, su oltre 600 premi Nobel totali attribuiti in più di un secolo in ambiti scientifici, solo cinque donne hanno ricevuto il Nobel per la fisica, tredici per la medicina e otto per la chimica.
Infine, è importante sottolineare anche il fatto che alle donne viene tradizionalmente assegnato il compito di prendersi cura della famiglia. Questa aspettativa radicata non solo è intrinsecamente problematica, ma diventa ancora più critica a fronte di un’insufficienza di servizi adeguati e politiche di sostegno alla genitorialità. Si stima, infatti, che 25 mila donne all’anno abbandonino il lavoro dopo aver avuto il primo figlio e una donna su quattro decide di non mettere al mondo né crescere un figlio per evitare di compromettere la propria carriera e le opportunità conquistate.
Conquiste
Considerando la situazione appena descritta, si potrebbe erroneamente presumere l’assenza di esempi positivi di donne di successo in questo campo: tuttavia, nel corso della storia, diverse scienziate hanno raggiunto traguardi significativi in termini professionali e accademici. Tra queste figure, in ambito italiano, spicca la fisica Fabiola Gianotti, prima direttrice generale del CERN di Ginevra. Un altro traguardo importante è stato raggiunto da Lucia Votano, che si è distinta come la prima donna a dirigere i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Non meno rilevante è la carriera di Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana a raggiungere lo spazio nel 2014. Esse fanno parte di una lunga lista di scienziate che hanno lasciato un segno indelebile nei loro campi di studio, consultabile nel sito Donne nella Scienza, dedito a celebrare il loro contributo nelle discipline STEM. Bisogna evidenziare anche il percorso professionale delle quattro italiane presenti nella classifica delle 100 scienziate migliori al mondo secondo Research.com, sulla base del numero di pubblicazioni e citazioni ricevute: Silvia Franceschi, direttrice scientifica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, Speranza Falciano, dirigente di ricerca dell’INFN, l’epidemiologa Eva Negri e Silvia Priori, docente di cardiologia all’Università di Pavia. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, la visibilità sociale delle donne nel settore scientifico rimane notevolmente limitata.
Nove anni dopo l'istituzione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, la disparità di genere continua a rappresentare un ostacolo significativo per le donne nel settore STEM, sia in ambito accademico che professionale. Nonostante i vari progressi, la strada da percorrere verso il pieno coinvolgimento delle donne nel campo scientifico è ancora lunga, principalmente a causa della mancanza di politiche specifiche mirate al raggiungimento di risultati tangibili. Sebbene dedicare una giornata alla riflessione su questo tema sia un gesto significativo, da solo non basta. Esiste il pericolo che l'attenzione si concentri esclusivamente su questo singolo evento, trascurando le problematiche per il resto dell'anno. Per scongiurare tale rischio, è essenziale tenere costantemente al centro del dibattito sociale e politico la questione della disparità di genere nelle discipline STEM, poiché solo attraverso un impegno continuo e concreto è possibile affrontare efficacemente le discriminazioni e le sfide che le donne affrontano in questi settori. Mantenere alta la consapevolezza su queste tematiche è quindi fondamentale per promuovere un vero cambiamento culturale e sociale.
Fonti:
UNGA RESOLUTION A/RES/70/212
https://eca.unwomen.org/en/news/in-focus/international-day-of-women-and-girls-in-science-0#:~:text=Today%2C%20 just%2030%20 per%20 cent,fields%20of%20study%20are%20women.
https://uis.unesco.org/en/topic/women-science
https://www.savethechildren.it/blog-notizie/ragazze-stem-stereotipi-disparita-di-genere
https://www.ilsole24ore.com/art/piu-brave-scuola-poi-lavoro-sono-penalizzate-anche-laureate-stem-AEL0s5yC
https://www.nurse24.it/infermiere/professione/infermieri-fnopi-tra-uomini-e-donne-divario-salariale-del-24.html
https://generalcoursecec.wixsite.com/studentsworks/testo-wikipedia
https://www.scienzainrete.it/articolo/premi-nobel-e-top-cited-scientist-le-donne-sono-ancora-poche/patrizia-caraveo/2023-11-29#:~:text=Prima%20di%20lei%20erano%20state,pi%C3%B9%20del%202%25%20del%20totale.
https://www.donnenellascienza.it/protagoniste-di-oggi/
https://www.donnenellascienza.it/protagoniste/protagoniste-di-oggi/fabiola-gianotti/
https://www.girlstech.it/dalla-curiosita-di-scoprire-come-sono-fatte-le-cose-alla-direzione-generale-del-cern-di-ginevra-la-storia-di-fabiola-gianotti/
https://www.donnenellascienza.it/protagoniste/protagoniste-di-oggi/lucia-votano/
https://www.scienzainrete.it/autori/votano/300
https://www.donnenellascienza.it/protagoniste/protagoniste-di-oggi/samantha-cristoforetti/
https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/ricerca_istituzioni/2023/11/30/quattro-italiane-tra-le-100-scienziate-migliori-al-mondo-_596090aa-043f-46bc-99bc-30e2e02ee98b.html
Francesca Marone, Francesca Buccini, New inequalities in the contemporary era: Girls and STEM, Education Sciences & Society, 1/2022 (https://www.torrossa.com/en/resources/an/5314626#)
Barriere sociali e di genere alla formazione e all’educazione STEM tra i/le giovani in situazione di povertà educativa in Italia, Save the Children, 2022, (https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/barriere-sociali-e-di-genere-alla-formazione-educazione-stem)
Michela Murgia, Dare la vita, Rizzoli, 2024