Incontro VI - Io sono la mia avventura
Io sono la mia avventura, con Valeria Mercandino e Daniela Pietta
4 luglio 2024
Testo a cura di Chiara Nina Castegnaro e Laura Rizzi, editato da Luca Greselin
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Valeria Mercandino è un’attivista femminista e queer, ha studiato a Roma e a Verona, dove vive e lavora come docente di scuola superiore di secondo grado. I suoi temi di interesse sono stati via via: l’autocoscienza come pratica di soggettivazione, il lesbismo politico in Italia, i movimenti femministi radicali. Ha conseguito un dottorato in Scienze Umane e Filosofia dal titolo “Deculturizzazione e coscienza femminista. Carla Lonzi e il rapporto con la cultura maschile”. Dal 2008 in poi ha fatto parte di collettivi, misti e separatisti, tra cui Diversamente Occupate, Femministe Nove, Non una di meno. È stata redattrice di Iaph Italia e ha collaborato con diverse riviste femministe, tra cui DWF, Via dogana, Leggendaria, Diotima. Ora si sta concentrando sull’attualità del pensiero di Lonzi e la divulgazione della storia dei femminismi. È attivista del circolo Arcigay Pianeta Milk di Verona.
Daniela Pietta è cresciuta in una periferia di Brescia a cui ha dedicato una ricerca etnografica. È laureata in filosofia e psicologia presso l’Università degli Studi di Verona; nel percorso di studi ha scandagliato le tematiche di genere, del corpo e della sessualità. In particolare, cerca continuamente di confrontarsi col pensiero di Carla Lonzi anche con altre donne, come Ausilia Binda. Ha lavorato dal 2012 al 2015 presso il Consultorio Familiare A.I.E.D. Verona. Si occupa di educazione alla sessualità e all’affettività con corsi e laboratori. Da sempre impegnata a livello politico femminista: ha contribuito nel 2006 alla nascita del Collettivo Femminista Benazir a Verona; dal 2010 al 2015 ha partecipato al gruppo 3G (3 generazioni di donne a confronto) a Verona; ha preso parte al movimento transfemminista NUDM tra Brescia e Verona. Dal 2018 si è avvicinata al gruppo Donne Sant’Eufemia di Brescia.
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Mercandino e Pietta propongono una lettura personale e emotiva del lavoro di Lonzi, evidenziando la natura prismatica e multisfaccettata del suo pensiero ed esplorando come le idee di Lonzi, radicate nel femminismo degli anni '70, si relazionano con i movimenti contemporanei come il transfemminismo, le teorie queer e l'intersezionalità.
Un punto cruciale della discussione è la tensione tra il pensiero di Lonzi sulla differenza sessuale e la mancanza di riconoscimento delle differenze di razza e classe. Questa limitazione viene vista come una fragilità del suo approccio, specialmente alla luce dei movimenti intersezionali contemporanei.
Viene sottolineata l'importanza della pratica dell'autocoscienza nel pensiero di Lonzi, enfatizzando come i suoi scritti emergano dall'esperienza vissuta piuttosto che da un background puramente teorico. Questo approccio del "partire da sé con l'altra" è visto come fondamentale per comprendere il suo lavoro. Il concetto di sorellanza in Lonzi viene esplorato sia nel suo aspetto biologico che politico, rivelando le complessità e i conflitti intrinseci a queste relazioni.
Ampio spazio è dato all'analisi del concetto di "identità vuota" in Lonzi, interpretato come un tentativo di liberare l'identità femminile dai significati imposti dalla cultura maschile. Questo viene messo in relazione con idee simili in altre pensatrici femministe come Monique Wittig.
Il tema del fallimento nelle relazioni di Lonzi viene riesaminato alla luce delle teorie queer contemporanee, suggerendo possibili collegamenti tra il pensiero di Lonzi e le attuali riflessioni sul fallimento come potenziale fonte di liberazione dalle norme eterosessuali e capitalistiche.
Bibliografia:
Marina Cvetaeva, 1932, Lettera all'amazzone.
Carla Lonzi, 1970, Manifesto di Rivolta Femminile.
Carla Lonzi, 1971, Sputiamo su Hegel.
Carla Lonzi, 1977, Itinerario di riflessioni, in "È già politica".
Carla Lonzi, 1978, Taci, anzi parla. Diario di una femminista.
Marta Lonzi, 1985, Premesse alle poesie Scacco ragionato di Carla Lonzi.
Valeria Mercandino, 2017, Carla Lonzi. Deculturizzazione e coscienza femminista.
Tuuli Tarina, 1973, Una ragazza timida.