Transgender Day of Remembrance
di Francesca Tosi
TRIGGER WARNING: violenza, omicidio, transfobia
Il 20 novembre 1998, a Boston, Rita Hester è stata uccisa in quanto donna transgender. Questo tragico evento ha suscitato l’attenzione della comunità LGBTQ+ e non solo, sia perché caratterizzato da un estremo livello di violenza sia perché l’omicidio non è mai stato risolto. Il nome di Hester è solo uno di una lunga lista di persone che, vittime di transfobia, hanno perso la vita. La data della sua morte, il 20 novembre, è stata successivamente designata come giornata commemorativa, il Transgender Day of Remembrance. È un momento per ricordare tutte le persone che sono state uccise a causa della propria identità di genere e per riflettere sulle discriminazioni e pericoli che le persone transgender subiscono quotidianamente.
Durante il Transgender Day of Remembrance, si possono commemorare le vittime di transfobia sia partecipando a eventi locali dedicati, sia informandosi attraverso diverse piattaforme online. Una delle più conosciute è Remembering Our Dead, dove sono presenti rapporti e statistiche relative alle violenze nei confronti delle persone trans, ma anche i nomi e le storie di tali persone, in modo tale da tenere viva la loro memoria. Queste iniziative si basano sull'importante lavoro di monitoraggio svolto da associazioni e organizzazioni non governative quali Human Rights Campaign e Transgender Europe. Nel 2009 Transgender Europe, in collaborazione con il giornale accademico online Liminalis - A Journal for Sex/Gender Emancipation and Resistance, ha creato il Trans Murder Monitoring (TMM) Project, con l’obiettivo di pubblicare ogni anno un aggiornamento annuale sugli omicidi di persone transgender e di genere non conforme a livello globale. Il 13 novembre 2023 è stata pubblicata l’ultima versione del rapporto, che copre il periodo che va da ottobre 2022 a settembre 2023. I risultati sono allarmanti, in quanto durante questo arco di tempo sono state uccise almeno 320 persone, di cui il 94% donne trans o persone trans feminine. È evidente che la transfobia è strettamente legata alla misoginia, ma non solo: l’80% degli omicidi segnalati coinvolge persone trans vittime di razzismo, rappresentando un aumento del 15% rispetto all’anno scorso. I dati raccolti dal progetto TMM, tuttavia, spesso risultano incompleti, in quanto rappresentano solo i casi che sono stati segnalati, principalmente su internet, da attivist* locali o da organizzazioni partner. Molte persone trans e di genere non conforme, inoltre, non vengono identificate in quanto tali, e vi è una generale mancanza di sistemi di monitoraggio nazionali. Tali dati sono utili principalmente per offrire una panoramica generale di una situazione che, senza dubbio, è ancora più grave.
Per analizzare meglio la tematica della discriminazione di genere e del Transgender Day of Remebrance, il Centro di Ateneo Elena Cornaro ha intervistato il divulgatore Ethan Caspani.
Come nasce il tuo percorso di divulgatore?
«È nato per caso. Ho iniziato semplicemente raccontando la mia vita in quanto ragazzo trans e mostrando i miei traguardi raggiunti su Instagram, però ho notato che molte persone si sono interessate, sia semplicemente per ampliare la propria conoscenza, sia per intraprendere a loro volta un percorso di affermazione di genere. Ho raccontato la mia esperienza, poi pian piano ho ampliato le mie conoscenze e ho iniziato a raccontare in modo più specifico questa realtà».
Come valuti la consapevolezza generale sul Transgender Day of Remembrance in Italia? Come si potrebbe migliorarne la visibilità mediatica? Ci sono iniziative particolari che ritieni efficaci?
«Secondo me c’è poca consapevolezza, perché quello che ho notato, facendo divulgazione e parlando della tematica transgender, è che c’è sempre il rischio di rimanere dentro a una “bolla.”. I social funzionano attraverso un algoritmo, che mostra contenuti a persone già interessate a un determinato argomento. Il rischio, quindi, è quello di interagire soltanto con persone già informate. Bisogna andare, ad esempio, in ambienti scolastici di paesini, perché ho notato che facendo divulgazione principalmente a Milano, già Milano stessa si può considerare una realtà “bolla”, in quanto c’è più consapevolezza riguardo l’inclusione delle persone LGBTQ+. C’è tanto lavoro da fare e bisogna iniziare ad andare dove queste tematiche fanno fatica a emergere: ad esempio, a me è capitato di andare in alcune parrocchie cattoliche. Lo reputo molto importante perché in Italia c’è una base cattolica molto forte e ritengo sbagliato escluderla a priori. Penso inoltre che bisogna anche proporsi e non aspettarsi che siano sempre gli altri a chiamarti, anche perché chi ti chiama di solito è una persona già consapevole».
Che canali, profili social o siti internet consigli di seguire per coloro che vogliono informarsi sulle tematiche LGBTQ+ in generale e sul Transgender Day of Remembrance in particolare?
«Consiglio di seguire profili di associazioni, come ACET Transgenere, che è un’associazione che si trova a Milano che è molto attiva anche in ambito politico riguardo la comunità trans perché cerca attivamente di andare a parlare con istituzioni politiche. Consiglio di seguire il presidente, Guglielmo Giannotta, ma anche Francesco Cicconetti e Monica Romano, quest’ultima consigliera del Comune di Milano e prima donna trans a ricoprire un ruolo politico del genere».
Come poter essere dei buoni “alleati” [ndr.persona eterosessuale e cisgender che supporta la comunità LGBTQ+] durante il Transgender Day of Remembrance?
«Quello che consiglio è di fare numero: chi deve parlare della comunità trans siamo noi persone trans ovviamente, ma gli alleati possono amplificare questa voce, per esempio partecipando agli eventi durante il Transgender Day of Remembrance in modo tale da far vedere che c’è tanta gente che si preoccupa di queste tematiche. Oppure condividendo post sui social che parlano di questa realtà, perché magari si possono raggiungere persone che non ne sanno nulla. Lo stesso discorso vale sia in ambito scolastico, ad esempio proponendo all* insegnanti un momento dedicato all’informazione riguardo la comunità LGBTQ+, sia in ambito lavorativo. Personalmente mi è capitato che mi chiamassero delle aziende che volevano fare formazione ai dipendenti riguardo la diversity inclusion».
Qual è la differenza con il “Transgender Day of Visibility”?
«Il Transgender Day of Remebrance è una commemorazione delle vittime di transfobia – a riguardo consiglio di informarsi su InfoTrans – mentre il Transgender Day of Visibility è una giornata dove si parla della comunità trans per aumentare la consapevolezza e la visibilità della comunità stessa, mostrando una realtà più piacevole in termini di successi e traguardi e dando voce alle persone trans».